Quando si fa la guida , ma anche quando non la si fa, si è spinti da una forza che ci porta a voler condividere la bellezza che si incontra nel nostro territorio. Ci sono vari approcci a quello che è il camminare o l’escursionismo o il trekking, ognuno in verità ha dei significati abbastanza differenti l’un dall'altro, ma in normalmente vengono affiancati.
Per tanti queste attività si identificano nella parte motoria sportiva, il muoversi. Basta muoversi, e la montagna o la natura offrono un ambiente ideale per farlo, ma l’importante è muoversi. Per altri basta stare insieme, per altri la natura è regina, e se ne sente l’energia e ci ricarica. Altri l’unica cosa che conta è l’obbiettivo: verso la vetta! (detto con accento di un partecipante del CAI bergamasco)
Io sono un po’ diverso da tutti questi tipi di approcci. Io cammino per tutti i motivi di cui sopra, ma diciamo, li trovo secondari, consequenziali. Io cammino per un’esperienza e vivo il cammino come mezzo di esplorazione di un territorio.
Uso i miei piedi come strumento per leggere uno spartito fatto di sentieri, di boschi, di panorami, di cambi di ambiente, di odori. Ogni spartito ha il suo ritmo, alcuni vanno fatti veloci, sostenuti, altri lentamente, più lenti che puoi. Ma la cosa importante è il movimento e tenere l’attenzione alta al mondo che si muove e cambia attorno a te.
La cosa particolarmente bella di questo metodo è che, in qualche modo, io mi sento direttore di orchestra.
Percorrere un sentiero in un senso o in un altro, far fermare il gruppo, far prendere coscienza di un prossimo cambiamento e farne vivere a pieno le sue qualità, sono scelte che possono essere prese o meno e dirigono l’esperienza.
L’ora di partenza piuttosto che un’altra. Tutti fattori che sono sotto il mio controllo.
Con questa filosofia ho creato tanti dei miei trekking in Toscana, e tante delle mie escursioni sulle alpi apuane o sui Monti Pisani. Escursioni diurne, escursioni notturne, con la luna piena. Poi ci sono indubbiamente le mie escursioni preferite: quelle al tramonto.
Sono arrivato alle escursioni al tramonto non nel modo più logico che una persona può pensare: vado a fare una escursione al tramonto, no. Bensì ho cominciato a camminare al tramonto per necessità. Dopo anni passati a fare sopralluoghi, il tempo a disposizione in verità era sempre meno (maledetto lavoro d’ufficio) e quindi mi ritrovavo ad iniziare a camminare a fine giornata, ad essere in cima con le ultime luci e a rincasare con il buio.
Al tramonto tutto cambia, ogni minuto è diverso dal precedente, e la luce, calda e orizzontale, rende il mondo incredibile. L’ora più bella la chiamo io. Ogni luogo è diverso a quest’ora e anche la zona più battuta guadagna di novità e bellezza.
Quindi? Quindi sono anni che vorrei proporre delle escursioni al tramonto, ed infatti alcune le ho fatte, ma il problema è che obbiettivamente, il momento migliore è l’estate e l’estate di solito sono sopra il circolo polare artico a condurre viaggi. Ma non questa! Questa estate stiamo a casa e andiamo a camminare al tramonto.
Ecco, quest’anno mi sono tolto dei grandi sfizi, di portare le persone a vedere dei luoghi incredibili all'ora più bella. Ed è successo che ho avuto il piacere di avere una partecipante dalla sensibilità vicina alla mia, e che ha scritto non uno ma 3 post di racconto su una escursione di 2 ore. Questo breve racconto mi ha spinto a scrivere questa introduzione. Spero che vi colpiscano quanto hanno colpito me:
Tramonto sul monte serra con Giulio Cuccioli guida escursionistica di Pisa un racconto per parole e per immagini di Giordana Mattana
Parte 1: l'inizio
L'arrivo, con la sua vista sulla Rocca della Verruca, è da togliere il fiato. Conosciamo Giulio, guida appassionata. Con lui volgiamo lo sguardo intorno a noi ed in alto. Siamo ancora in epoca Covid, con le sue mascherine ed i suoi ingegnosi e (moderni :D) metodi di pagamento. Iniziamo il nostro cammino, lentamente. Dei ciclisti ci passano accanto veloci... riusciranno a vedere le indicazioni? Per noi, nel bosco, il tempo scorre con altri ritmi, forse anche indietro. Giulio ci guida con la sua voce ed i suoi racconti. Il bosco ci svela i suoi segreti.
Parte 2
Arrivo a Santallago. Dopo il fitto bosco, lo sguardo si apre. Il prato di Santallago ha una luce tutta sua. E si respira aria di libertà. Ti viene voglia di correre, di giocare, di rotolare. Ricordiamo di essere stati anche noi bambini. Poi ritorniamo a camminare, a passo d'uomo e saliamo verso lo spuntone per godere di un panorama eccezionale: i monti pisani, la torre di caprona, i laghetti di campo... mentre il sole si fa sempre più basso...
Parte 3
The end, my friend
Quindi ci incamminiamo verso la fine del viaggio. Tra scorci incorniciati dalla vegetazione, rifugi per i camminatori stanchi, alberi fatati, raggiungiamo la vetta. La vista intorno a noi, in qualsiasi direzione decidiamo di fermare lo sguardo, non ha limiti, se non il limite stesso dell'occhio umano. Un bicchiere di vino, una leggera brezza, le apuane. Il tramonto.
Grazie Giordana.
Grazie Tramonto!
Tutte i nostri trekking in toscana al tramonto:
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