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Immagine del redattoreGiulio Cuccioli

Come ci si veste per fare trekking in Toscana?

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Questa è una domanda molto generica e che merita una risposta molto ampia, questo perché la Toscana ci da la possibilità di camminare in alta montagna come con i piedi in acqua su una battigia, quindi le condizioni e gli ambienti con i quali dovremo fare i conti saranno molteplici.


A questi ambienti vanno aggiunte tutte le variabili delle nostre bellissime 4 stagioni, che in luoghi come la montagna possono rendere le nostre escursioni anche abbastanza estreme.

Ormai sono un po’ di anni che mi muovo in tutti gli ambienti incrociandole con tutte le condizioni climatiche.


Insieme a questa esperienza sul campo, mi sono fatto anche tantissima esperienza di materiali, capi tecnici e marche lavorando per 5 anni in negozi di materiale Outdoor, montagna ed Alpinismo. Quindi, oggi cercherò di mettere insieme tutti questi elementi e fornirvi una guida dettagliata a come vestirsi in qualsiasi situazione per fare trekking in toscana!

VESTIRSI A CIPOLLA

E l’articolo potrebbe finire qui. Il vestirsi a strati, come gli strati di una cipolla appunto, è la regola base per vestirsi per gli sport outdoor e per il trekking. Avere più strati permette di “termoregolarci” mettendoci o togliendoci capi di abbigliamento ma la vera domanda è, quanti strati? E che tipo di strati dovrei mettere?




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Il sistema di 3 strati



Anche qui, la regola generale è quella dei 3 strati:

(perdonatemi gli inglesismi, ma anche facendo acquisti (o shopping ) si incontrano questi termini)


Base layer – lo strato di base, quello termico (in entrambe le direzioni) e aderente al corpo

Mid layer – strato intermedio lo strato di isolamento o di calore

Outer layer – Lo strato esterno, quello a contatto e che ci protegge dagli elementi.


Perché regola generale? Perché è quella che è più adatta alle mezze stagioni e alle escursioni termiche. E’ ovvio che in estate 3 strati sono troppi ed in inverno (forse) sono pochi, e perché nel mezzo ci sono tutte le nostre sfaccettature: chi sale in inverno in maglietta e chi si mette due calzamaglie!


Ma se si impara bene a vestirsi in questo modo, e a comprare le cose giuste, riusciremo quasi sempre a trovare le combinazioni giuste di vestiti per star bene in ogni situazione.

GLI STRATI E I MATERIALI

Vestirsi nel modo migliore per fare escursioni in toscana parte appunto dalla conoscenza dei materiali dei capi tecnici e di come abbinarli. Una volta che avremo una conoscenza accurata di questi due aspetti potremmo scegliere sempre la migliore combinazione in base alle condizioni meteo.

Tre strati un unico sistema.


Di materiali tecnici ce ne sono a bizzeffe ormai, da quelli che si basano puramente sui polimeri sintetici a quelli che sono creati con materiali innovativi come il bamboo o la canapa. Poi c’è la fibra naturale tecnica per eccellenza (perché in natura c’è già sempre tutto) che è la lana merinos.


Ad ogni modo, che si scelga un materiale piuttosto che un altro le qualità che si ricercano di solito sono due: termiche e di traspirabilità.


I capi tecnici sono costruiti in modo che le loro fibre siano formino dei canali che trasportano l’umidità dall'interno verso l’esterno e questo sistema è alla base di capi che fanno sudare meno o che comunque sono venduti come traspiranti.


Idealmente questo sistema continua con tutti i nostri capi, partendo dallo strato iniziale per finire con lo strato più esterno.


Ora, questo vuol dire che non suderò? No, ma vi assicuro che 3 capi tecnici di buona qualità vi terranno molto ma molto più asciutti dal vostro sudore che 3 vestiti normali. Non ci credete? Provate, fate un trekking in cotone e con un giacchetto di jeans e fatelo con tre capi tecnici ed un giacchetto in goretex.


Ora che abbiamo una idea più chiara di come funziona il sistema a strati possiamo passare al capire di come funzionano i vari strati.

Strati base – Base layers






Lo strato base è il primo strato e quello a contatto con il corpo quindi deve essere di ottimi materiali in quanto dovrà stare bene sulla pelle. La scelta varia tra fibre sintetiche e fibre naturali ed ovviamente se si ricerca il caldo o la freschezza.


I capi di fibra sintetica sono solitamente in poliestere e polipropilene e il loro utilizzo in estate o in inverno varia a seconda della “grammatura” del tessuto, ovvero a quanto sono spessi.

Quelli estivi saranno estremamente leggeri mentre quelli invernali più pesanti e spesso a maniche lunghe.


Pro: delle fibre sintetiche: Leggere, quindi ottimi per viaggi trekking quando il peso è un fattore. Costano poco e si asciugano velocemente, talmente velocemente che possono asciugarsi nella pausa pranzo di una escursione.


Contro: tendono a puzzare molto e solo dopo un utilizzo. Ed inquinano. Già, ad ogni lavaggio e anche nel loro utilizzo rilasciano decine di migliaia di microfibre di plastica che vanno a disperdersi nelle acque e nell'ambiente.


I base layer in fibra naturale invece sono normalmente quelli in Lana Merinos. La lana merinos è incredibilmente termoregolante, ovvero ci tiene freschi quando fa caldo e caldi quando fa fresco. Anche lei varia in grammatura a seconda del tipo di baselayer che vogliamo dagli ultra leggeri ai più pesanti.


La migliore marca? Icebreaker!


Pro: Versatile, rinnovabile, non puzza (incredibile ma vero, ho portato la stessa maglietta anche per 3gg di trekking senza doverla cambiare) leggera. Contro: Costosissima ahimè

Strati Intermedi – Midlayer



Midlayer - Strato intermedio, come un Pile



Gli strati intermedi sono quelli che hanno la funzione di mantenere il nostro calore corporeo isolandoci dall’esterno. In questo frangente domina la fibra sintetica o i polimeri da materiali naturali. E’ il capo più comune e che tutti utilizzano e sono i Pail o i micro Pail anch’essi variano in base alla grammatura del tessuto.

Gli strati esterni – outerlayer


Questo è lo strato che ha il compito di tenere tutti gli elementi esterni come pioggia e vento al di fuori dal nostro sistema di strati. Infatti tutto l’obbiettivo del sistema di strati è quello di non disperdere il nostro calore.


Gli strati esterni, spesso chiamati gusci, possono essere di 4 tipi: Gusci rigidi (hard shells), Gusci morbidi (softshells), Antivento (windproof), e piumini.

I gusci Rigidi sono quelli che vengono chiamati comunemente giacchetti anti pioggia/giacche impermeabili. In ambito tecnico sono normalmente giacche di Goretex (o similari) che è una membrana impermeabile composta da più strati. Il goretex varia in tipologie a seconda di quanti strati ha. (In verità le giacche da tre strati di goretex sono disegnate per attività specifiche, come l’alpinismo o l’arrampicata su ghiaccio, ma sono troppo belle e noi le usiamo anche per l’escursionismo )

Il guscio rigido ci protegge da acqua, e vento e manterrà tutto il nostro calore all’interno rimanendo comunque traspirante.


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Gusci rigidi in Goretex





I gusci morbidi, sono un mix di materiali, sintetici e membrane come il Windstopper (della goretex). Hanno la stessa funzione dei gusci rigidi, ma non sono utili in caso di pioggia. Sono quindi ottimi in situazioni fredde ma senza precipitazioni.







Gli antivento (sono il mio capo preferito), vengono costruiti usando il Pertex, un materiale ultra (ma ultra ultra) leggero che non lascia passare neanche un filo di vento. Sono utili in qualsiasi situazione dall’inverno fino all’estate e sono sempre da tenere nello zaino per quelle situazioni in cui non i sa a che cosa andremo incontro.



Antivento - Windproof


I piumini, sono gusci morbidi che aggiungono un ulteriore strato isolante: perfetti per condizioni molto fredde ma senza precipitazioni. I piumini possono essere anche usati come ulteriore strato intermedio sopra i pail e sotto i gusci!



Piumini



GLI ACCESSORI

Gli accessori sono quei capi che di solito sono più piccoli dei capi classici, ma fanno la differenza e sono:

Cappellini

Scaldacollo

Guanti

ORA COME MI VESTO PER UN TREKKING IN TOSCANA IN….

Ok, abbiamo imparato il sistema e abbiamo conosciuto i componenti, ora come li utilizziamo? Faremo le divisioni in stagioni e in ambiente (di massima) e divideremo gli oggetti che dobbiamo avere indosso e che invece dobbiamo avere nello Ziano per eventuali cambiamenti climatici.

Il principio poi è quello già detto. Utilizzare gli strati per compensare gli sbalzi termici: ho freddo, mi copro, ho caldo mi scopro.

Una cosa importantissima è imparare a non sovra vestirsi! Si dovrebbe partire per un’escursione, con un pelo, ma proprio un pelo di freddo, in modo da non iniziare a sudare subito appena si inizia a camminare. Allo stesso modo, bisognerebbe sempre avere uno strato di riserva da mettersi addosso quando ci si ferma. Se si parte e si cammina con tutti gli strati non avremo niente per compensare il freddo che sentiremo quando la nostra temperatura corporea scenderà.

Escursioni in estate

Questo va bene più o meno in qualsiasi ambiente durante un trekking in Toscana:

Baselayer sintetico leggero, cappellino, pantalone lungo leggero o corto

Nello zaino: Maglia di ricambio, Pail e antivento.

Trekking in Toscana In estate in montagna:

Baselayer sintetico leggero, cappellino, pantalone lungo leggero o corto

Nello zaino: Maglia di ricambio, Pail e antivento, guscio, pantaloni impermeabili.

Escursioni in toscana in Inverno a bassa quota:

Baselayer sisntetico leggero, pail leggero, guscio o anti vento (se non piove)


Escursioni in inverno in Montagna

Baselayre termico (sintetico o merinos), pail medio, guscio, cappellino, guanti, scaldacollo.

Nello zaino: maglia di ricambio, piumino, antivento.

Escursioni mezze stagioni:

Per le mezze stagioni è tutto molto variabile. Sulla costa si camminerà in maglietta durante le ore di pranzo per poi doversi ricoprire. In montagna farà freddo al mattino, ci scalderemo camminando e molto freddo la sera.


Baselayer termico (sintetico o merinos), pail medio, guscio

Nello zaino: maglia di ricambio, antivento, piumino (se si va in montagna), cappellino, guanti, scaldacollo.

Ok! ora sapete come vestirvi...Scoprite tutti i nostri Trekking in Toscana

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